La incontinenza è un disturbo difficile da raccontare, persino al proprio medico. Eppure l’incontinenza urinaria colpisce due milioni di persone. Curarsi è possibile
Quando si può parlare di incontinenza urinaria femminile ?
L’incontinenza indica la perdita di urina involontaria quantità di urina di piccole o cospicue, senza controllo, in luoghi e tempi inappropriati. Cinque milioni di italiani soffrono di incontinenza urinaria ed il 60% sono donne, per ragioni anatomiche, ormonali, ostetriche, infettive.
L’incontinenza urinaria femminile si può manifestare in:
- Da sforzo: la perdita di urina è causata da uno colpi di tosse o starnuti, da risate o sforzi che in qualche modo esercitano pressione sulla vescica.
- Da urgenza: Improvvisa urgenza di urinare, senza riuscire a trattenere lo stimolo.
- A quest’ultima categoria – secondo la classificazione dell’International Continence Society – appartiene anche un sottotipo di incontinenza dovuta agli ipertoni del pavimento pelvico.
I sintomi più importanti sono però riconoscibili nella sofferenza psicologica della persona che, per via dell’incontinenza urinaria, trova difficoltà e disagio negli aspetti emotivi, relazionali e sociali che caratterizzano la quotidianità della vita.
Incontinenza urinaria: quali sono le cause?
Qualsiasi situazione che determini una pressione all’interno della vescica superiore alla pressione uretrale può generare incontinenza urinaria. La maggiore frequenza di incontinenza urinaria rilevabile nella donna rispetto all’uomo suggerisce l’importanza di alcuni fattori di “genere”: l’anatomia della pelvi, le variazioni ormonali (specie in menopausa) il ruolo determinante dalla gravidanza e del parto.
L’incontinenza urinaria da sforzo è sicuramente la forma più frequente ed è genericamente da considerarsi determinata da un danno delle strutture muscolari e fasciali a sostegno della vescica e dell’uretra che perdono la loro posizione naturale in fase di riposo e maggiormente durante lo sforzo. L’uretra femminile è infatti strettamente connessa agli organi pelvici da cui non può essere separata funzionalmente. Al meccanismo di chiusura dell’uretra partecipa anche il trofismo delle pareti della stessa uretra, garantito da un’adeguata vascolarizzazione a sua volta sotto il controllo ormonale.
I fattori di rischio dell’incontinenza sicuramente riconosciuti sono la gravidanza ed il parto che posso essere causa di insorgenza dell’incontinenza urinaria da sforzo o peggiorarne la gravità se preesistente. La gravidanza ed il parto possono contribuire lesioni di branche del nervo pudendo, variazione della forza dei muscoli cella pelvi e dei ligamenti di supporto della vescica e dell’uretra alle strutture anatomiche circostanti. La perdita del supporto muscolare e fasciale del pavimento pelvico determinerebbe un incremento della motilità e rotazione dell’uretra rispetto al pube.
Un corretto inquadramento del problema può essere risolto nell’80-85% dei casi con terapia mediche, riabilitative e chirurgiche. E’ di fondamentale importanza porre una diagnosi corretta
Nell’ambito della VI International Consultation on Incontinence del 2016 sono state poste le raccomandazioni di buona pratica clinica per il trattamento dell’incontinenza urinaria femminile.
L’iniziale approccio terapeutico prevede i trattamenti cinesiterapici, comportamentali e farmacologici e opportune variazioni dello stile di vita. In particolare presso il Nostro centro Personale Specializzato si avvale di tecnologie all’avvanguardia
- Radiofrequenza: Il trattamento si svolge attraverso l’uso di una sonda vaginale attraverso la quale vengono emanate onde radio. Queste onde svolgono un’azione di riscaldamento dei tessuti in profondità, fino a una temperatura di 60°: temperatura stimola la produzione di elastina e di collageno, rassodando nel contempo i tessuti labiali e vaginali in sole 6 sedute, svolgendo un’azione particolarmente efficace su problemi di Lassità Vulvo-Vaginale, Atrofia e secchezza Vulvo-Vaginale ed Incontinenza Urinaria da Stress.Si verifica quindi un “rinnovamento” delle strutture elastiche della vagina. Tutto questo determina – sia l’applicazione interna che l’eventuale intervento esterno – un miglioramento anche della sensibilità.
- Fisiochinesiterapia perineale: consiste in una serie di esercizi volti ad una maggiore presa di coscienza da parte della donna della propria zona perineale ed il rafforzamento della muscolatura del pavimento pelvico.
- Biofeedback perineale: si avvale di una sonda vaginale che registra tramite un computer l’attività muscolare del pavimento pelvico. Sul monitor la donna vede il grafico del proprio lavoro muscolare poiché ad ogni contrazione corrisponde un tracciato che ne indica l’intensità e la durata. Questa metodica viene abbinata alla ginnastica perineale per indurre nella donna una maggiore consapevolezza della propria contrazione muscolare.
- Elettrostimolazione perineale: è una stimolazione elettrica che stimola i muscoli del pavimento pelvico ad una contrazione passiva assolutamente indolore.
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