L’infertilità colpisce fino al 18% delle coppie e la scarsa qualità dello sperma è stata implicata in circa la metà dei casi. Lo SPERMIOGRAMMA è attualmente l’esame di base che ci offre le informazioni per valutare la fertilità e lo stato di salute dell’apparato genitale di un uomo. Attraverso lo spermiogramma si valuta la concentrazione, la mobilità e la morfologia degli spermatozoi presenti nell’eiaculazione. Nel 2010, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO 2010) ha definito nuovi valori di riferimento per i parametri dello spermiogramma per discriminare tra campioni di sperma normali da quelli patologici (oligozoospermia, astenozoospermia, teratozoospermia o le combinazioni di questi fattori) . Tuttavia alcuni studi suggeriscono che la rilevanza prognostica del sistema di classificazione proposto dall’OMS nel 2010 non era sufficiente (Hamilton et al., 2015).
In una condizione di astenozoospermia (diminuzione della percentuale di spermatozoi mobili) gli spermatozoi non sono in grado di raggiungere l’ovocito e fecondarlo, quindi la gravidanza è impossibile.
Recentemente è stato proposto come indicatore del fattore maschile nell’infertilità la “concentrazione totale di spermatozoi mobili o Total Motile Sperm Count (TMSC), che si ottiene moltiplicando il numero totale/eiaculato per la percentuale di motilità progressiva. La suddivisione in 5 classi (a seconda del TMSC) determina il grado di potenzialità fecondante:
- gruppo 1: TMSC < 1 × 106;
- gruppo 2: TMSC 1–5 × 106;
- gruppo 3: TMSC 5–10 × 106;
- gruppo 4: TMSC 10–20 × 106;
- gruppo 5: TMSC >20 × 106 (considerato normale).
E’ stato dimostrato che il TMSC ha un valore predittivo nelle tecniche di procreazione medica assistita. Le coppie con TMSC inferiore a 5 milioni avevano una probabilità significativamente inferiore di gravidanza spontanea rispetto alle coppie con TMSC maggiore a 5 milioni